Cosa mangiano le donne quando vengono lasciate?

Mariachiara Montera – Maricler

 

Mariachiara Montera – Maricler

Le donne, l’amore e il cibo: una trimurti che per molte sarà una serie di parole senza un filo e per altre – la maggior parte – una fusione di sfoghi, desideri, canzoni, umori che danno al cibo un potere salvifico al pari dell’oroscopo di Brezsny o di una guêpière contenitiva.
Se la felicità del primo innamoramento corrisponde a un gelato al gianduia consumato guardandosi negli occhi, se la proposta di matrimonio viene preceduta da una cena stellata, cosa succede invece quando l’amore smette di essere fonte di felicità e si tramuta in sconforto? Cosa mangiano le donne quando vengono lasciate?
Alcune vi diranno “nulla”, ma mentono: l’assenza dell’amore difficilmente viene compensata da un’altra assenza, e soprattutto di qualcosa di così terapeutico, confortevole, meraviglioso come il cibo. Certo, a ogni età la sua reazione: si sa, l’amore è quella cosa che a 17 anni ti suona nella testa come un’interminabile colonna sonora irradiata da luci stroboscopiche, a 22 ti fa vibrare lo stomaco come un gong tibetano sognando uomini lontani e a 35 sa di risacca e traffico, portando nel tuo cuore un presente più bello e un passato da ricreare.

Ed essere lasciati a queste tre età comporta tre risposte diverse alla domanda: il cibo può consolare dalla perdita dell’amore? Vediamo nel dettaglio cosa succede

17 anni
Un po’ ragazzina, un po’ donna, il cibo non è al centro dei tuoi pensieri: mangi quello che capita, quando esci il pub è esattamente ciò che puoi permetterti, e con lui, quel lui che basta uno sguardo per diluirti il cuore in un fluido caldo, quando mangi il cibo potrebbe anche non esistere. Poi succede che quel lui smette di guardarti, e se tu non pensi al cibo, c’è tua madre che pensa a te, e lo fa curandoti come la sua bambina ferita: la prima domanda della mattina è “cosa vuoi per pranzo?”, l’ultima della sera è “ma hai finito già tutti i biscotti?”.
Avere 17 anni ed essere lasciati obbliga ad abbandonare la lotta per l’emancipazione dal grembo, e tra un pianto e una frase sul diario, ti porta sempre lì, in pigiama verso la cucina della mamma. E quando le sofferenze d’amore saranno passate, e tornerai a frequentare quel pub, addentando un panino e sentendoti lo sguardo di quel nuovo lui, forse un po’ ti mancherà l’odore della besciamella.

22 anni
Università, vivere fuori, scoprire, e innamorarsi continuamente. A 22 anni si cambia amore e gusti come si cambia il condimento del panino: le esplorazioni riguardano spesso il cibo etnico, quel mix di sapori che nel tuo paese di provincia non avevi immaginato. Con le amiche scopri i falafel, con lui il tè alla marocchina. E quando il tè è finito, e lui sta conversando un po’ troppo con la tua amica, non c’è che una cosa da fare: rimanere seduta e ordinare il panino con la salsa di cipolle che non avevi osato prendere. E continuare osando tutta la cipolla che finora hai messo da parte: pita gyros, zuppa francese di cipolle, la genovese, quei ravioli cinesi pieni di cipollotto.
La cipolla anestetizza il cuore, e da lì non smetterai mai di mangiarla.

35 anni
Un lavoro avviato, un mutuo, una città in cui mettere radici e un gusto che col tempo è diventato indissolubilmente legato al suo. E poi, quando meno te l’aspetti, lui ti confessa che il tuo arrosto non gli è mai piaciuto e che ora vuole imparare a farlo a modo suo, da solo nella sua nuova casa.
Ti trovi da sola, in una cucina enorme, e un frigo che non hai voglia di riempire: a 35 anni hai però una cosa che non avevi a 17 né a 22, ed è il potere d’acquisto. Di alcolici, prima di tutto, insieme a una serie di tappe in ristoranti che in due è troppo costoso ma da sole… Ed eccola, quell’animella glassata che sa riportarti in vita e farti dimenticare di lui, e di quel suo arrosto che, diciamolo, sarà sicuramente peggiore del tuo.

E voi, donne che soffrite per amore, qual è il vostro pranzo consolatorio?

è opportuno seguire una dieta variata ed un corretto stile di vita