Il Mito delle Bacche di Goji
La prima volta che ho sentito parlare di “Bacche di Goji” risale all’estate del 2013, quella accompagnata dalle note di “Get Lucky” dei Daft Punk e dalle chiacchiere in spiaggia con le amiche di sempre, tra cui un’irriducibile salutista, accanita sostenitrice della sana alimentazione.Lei era quella che durante gli anni del liceo sognava di salvare ogni animale in via d’estinzione, combatteva con tutta la sua pazienza l’inquinamento compiendo piccoli gesti quotidiani e concentrava ogni abilità dialettica su di noi, per convincerci di quanto fosse giusta un’alimentazione vegetariana.
Sono passati quindici anni e la situazione che si presenta è sempre la stessa: io che ascolto i suoi concitati monologhi e lei che non perde occasione di aggiornarmi su quali mirabolanti novità siano disponibili in commercio per rendere la mia dieta più etica e salutare. Ammetto di essere un’accanita fan del buon senso, una di quelle persone che crede che la giusta via da seguire sia sempre quella del compromesso con se stessi: faccio molta attenzione a ciò che acquisto e cucino, ma non mi lascio solitamente coinvolgere dalle mode del momento. In questo caso, però, il condizionale è d’obbligo.
Le bacche di Goji sono conosciute come il frutto della longevità, hanno talmente tante proprietà super nutrienti che non basterebbe un trattato per descriverle tutte nel dettaglio. Come potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di testare un superfood tanto prezioso? E così ne ho acquistato un sacchetto, ho iniziato a inserirle nella dieta quotidiana, affascinata dal piacevolissimo sapore che ricorda i frutti rossi, proprio quelli che da piccola raccoglievo per farcire le crostate di mia madre. In pochi giorni le bacche mi hanno conquistata. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, mi stavo innamorando di un ingrediente ricco di antiossidanti e di nutrienti necessari per rafforzare il sistema immunitario.
Ho riscontrato tante volte che più un alimento fa bene al nostro organismo, più è terribilmente cattivo nel sapore. Un esempio su tutti: le barrette di frumento integrale, quelle che dopo il primo morso immagini di aver addentato in realtà una formella di compensato. Non c’è effetto benefico che tenga, sono state bandite dalla nostra tavola all’unanimità. Con le piccole e rosse bacche, invece, ci divertiamo a inventare ricette e ad arricchire piatti, usandole essiccate o fresche. È, infatti, possibile coltivarle in vaso o in giardino, accanto alle piantine del basilico e della menta che nelle case degli amanti della cucina non mancano mai.
Per i più pigri c’è sicuramente un consiglio da seguire senza ansia da preparazione. Aggiungere le bacche di Gojiallo yogurt del mattino: sarà un piccolo gesto importante per iniziare la giornata con la giusta dose di sana bontà, minimo sforzo per un grande risultato, quello di farsi un po’ del bene anche grazie al cibo. Se non ci credeteso a chi dare il vostro contatto, è talmente convincente che in poco tempo potreste diventare produttori di amaranto e quinoa, fanatici del bio e del mondo vegan. Volete provarci?