Il pranzo del matrimonio (anzi: dei matrimoni)
Ho 34 anni, svariati chili e due matrimoni alle spalle: non è la versione moderna di Bridget Jones ma quella attuale del mio “Grosso grasso matrimonio greco”, dove quattro anni fa a causa di famiglie troppo numerose da spostare abbiamo deciso – io e mio marito – di sposarci due volte con cerimonie dove sarebbe stata presente una famiglia alla volta, nella rispettiva regione di appartenenza.
Vi lascio immaginare le reazioni quando annunciavamo la romantica doppietta: il 16 ottobre in Campania, con rito civile, e il 23 ottobre in Sardegna, con rito religioso.
Abbiamo anche pensato di affittare una nave per mediare le distanze, ma era logisticamente un po’ scomodo.
Ora, se anche voi vi siete sposati conoscete benissimo quali sono le due fasi più delicate dell’organizzazione di un matrimonio – lasciando da parte la scelta delle scarpe per le donne, sia chiaro: la definizione del menu e la disposizione delle persone a tavola.
Come nella vita reale scegliere cosa mangiare a pranzo e con chi sedersi sono questioni che hanno a che fare in linea di massima con la fame e con la simpatia, durante i matrimoni i parametri vengono sovvertiti: ecco che entrano in gioco la Guerra dei Roses, l’antropologia culturale, lo status, il quadernetto dove le mamme hanno segnato chi ha invitato chi e la pace nel mondo.
Scegliere di servire due o tre antipasti diventa una questione vitale, perché il primo comandamento per molti matrimoni è: non sfigurare, il numero delle portate dirà realmente chi sei.
Quindi: due matrimoni, 230 invitati sparsi tra le due regioni, due pranzi. Ecco le cose che ho imparato e che vi lascio qui, a mo’ di lezioni per voi, futuri sposi che credete che una Millefoglie ben fatta basti a risolvere tutto:
- Non esiste il primo, ma il bis di primi: in Sardegna abbiamo addirittura servito della pasta su un letto di pane carasau, così che dopo averla mangiata gli invitati potessero fare pure la scarpetta;
- Le persone che saltano la colazione in previsione di un matrimonio non esistono, anzi: nella settimana precedente è probabile che mangino un po’ di più rispetto al solito -per allenare lo stomaco, dicono;
- Servire un solo secondo equivale a vestirsi di bianco come la sposa: è un’offesa;
- Il percorso dal Comune / chiesa al ristorante corrisponde, nel tempo delle cerimonie, a ere geologiche di privazione dal cibo: se credete di poter arrivare al ristorante e non servire subito da mangiare, beh, sappiate che ci sono 200 ospiti famelici e che voi sembrate parecchio appetitosa;
- L’open bar risolve parecchi problemi;
- Le patate arrosto sono meglio dell’open bar;
- Non importa quanti antipasti, primi e secondi avrete servito: per i dolci, prevedete un buffet insieme alla torta;
- La sera, dopo il brindisi, le danze, il lancio del bouquet, le persone avranno di nuovo fame: prevedete un buffet con gli avanzi, sarà graditissimo.
L’ultima cosa, importantissima. Non è vero quello che vi diranno: anche voi riuscirete a mangiare, quindi scegliete qualcosa che vi piaccia tantissimo!