La digestione: processo digestivo, cattiva e buona digestione, tempi della digestione
Il processo digestivo è una sequenza complessa che inizia ancor prima di introdurre il cibo nell’organismo: attraverso la vista e l’olfatto, infatti, il corpo prepara la digestione aumentando la salivazione e avviando la produzione di acidi gastrici. In questo articolo spiegheremo quali sono i passaggi successivi: un'adeguata masticazione, il passaggio del cibo attraverso l'esofago e nello stomaco, la produzione di sostanze specifiche, come l’acido cloridrico, per facilitare l’assimilazione delle sostanze nutritive, e così via.
Tuttavia, la cattiva digestione può causare fastidi non indifferenti: questi problemi derivano spesso da abitudini alimentari scorrette, dall’ingestione di cibi troppo grassi, dall’accumulo di stress, dall’abuso di caffeina e alcol. L’argomento del seguente articolo, perciò, verterà anche su alcune delle più comuni pratiche per favorire una buona digestione, a partire dai consigli più frequenti: mangiare con calma, evitare cibi troppo grassi o speziati, limitare l'assunzione di bevande gassate, mantenere equilibrio e varietà nella dieta. Mantenere il piacere di stare a tavola, moderare le porzioni e abbracciare la varietà alimentare sono, come vedremo, le chiavi essenziali per una digestione equilibrata e un benessere complessivo.
Indice degli argomenti
IL PROCESSO DIGESTIVO
In medicina si definisce "digestione" l'insieme dei processi, di natura sia meccanica sia chimica, con i quali l'organismo attua una trasformazione degli alimenti in modo che siano utili alla propria nutrizione. Questo processo avviene a livello del tubo digerente e coinvolge un ampio apparato digerente [1.1]. L'anatomia del processo digestivo è molto più ampia di quanto si pensi: coinvolge, infatti, diversi organi e parti del corpo, che vanno dalla bocca al pancreas, dall'intestino tenue al fegato, dall'esofago al duodeno, dall'intestino crasso al colon e al retto. Si potrebbe affermare, anzi, che il processo digestivo inizi ancora prima che gli alimenti tocchino la lingua e i denti. Già quando pregustiamo un cibo particolarmente appetitoso con la vista e l’olfatto, infatti, il nostro fisico si mette in moto per predisporsi alla digestione. La salivazione comincia ad aumentare e lo stomaco avvia la produzione di acidi gastrici. Inizia così il processo digestivo, che consentirà al nostro corpo di assimilare le sostanze nutrienti e le vitamine contenute nelle pietanze. Questo processo si chiama proprio digestione.
Dopo un’adeguata masticazione, il cibo viene spinto nell’esofago, un tubo che collega la gola allo stomaco. Questo passaggio avviene tramite dei particolari movimenti che costituiscono la deglutizione, e che sono a carico della faringe (il cui ruolo è anche connesso con l'apparato respiratorio, perché il tratto successivo è connesso con la laringe, che convoglia l'aria ai polmoni) [2.1]. Da qui, grazie a un moto muscolare ondulatorio, la peristalsi, il bolo - cioè il cibo masticato - viene spinto verso il basso e, passata una valvola muscolare chiamata cardias, che ne impedisce il riflusso verso l’alto, giunge nello stomaco: un organo dalla forma di un sacco, capace di contenere più di un litro di bolo. Qui il cibo, anche grazie alle robuste pareti muscolari dello stomaco che si contraggono ritmicamente, si mescola alle sostanze prodotte da ghiandole che, a ogni pasto, secernono circa 500 ml di succo gastrico, composto da enzimi, muco e acido cloridrico.
La funzione dell’acido cloridrico è quella di "spezzare" le molecole complesse di cui è composto il cibo in molecole più leggere, cioè più digeribili, uccidere i batteri e attivare un enzima secreto dalle ghiandole gastriche, il pepsinogeno. Quando, nella cavità dello stomaco, il pepsinogeno si unisce all’acido cloridrico, diventa pepsina, un’importantissima sostanza capace di frazionare le proteine favorendone il successivo assorbimento da parte dell’organismo. Il sistema della digestione non si esaurisce, però, nello stomaco: ad esempio, nel pancreas si producono enzimi digestivi come l'amilasi e le lipasi che agiscono sulla digestione dei carboidrati e dei grassi, e che costituiscono il succo pancreatico [2.2]. Nel duodeno, nel digiuno e nell'ileo, ciascuna una porzione dell'intestino tenue, avviene l'assorbimento dei nutrienti, inclusi zuccheri e sali minerali, nel sangue, attraverso i cosiddetti villi intestinali distribuiti sulla mucosa intestinale [1.2]. Il passaggio successivo e finale coinvolge l'ultimo tratto dell'apparato digerente, impegnato in quella che è chiamata "digestione secondaria o accessoria": l'acqua viene assorbita e i residui alimentari non completamente assorbiti dall'intestino tenue sono processati nell'intestino crasso, dove si generano i gas intestinali responsabili dell'odore delle feci. La formazione di queste ultime, chiamata coprogenesi, culmina nella loro espulsione attraverso lo sfintere dell'ano grazie alla contrazione del colon [1.3].
LA DIGESTIONE: ESSENZIALE PER LA SALUTE, MA NON SEMPRE BUONA...
Quando la digestione si fa difficile, già durante il pasto avvertiamo un senso di sazietà precoce, per non parlare del dopo pasto, quando talvolta sopraggiungono sgradevoli sensazioni di gonfiore, pesantezza, acidità e bruciore di stomaco. Questi problemi digestivi, comunemente diffusi ma non per questo meno spiacevoli, sono i fastidiosi segnali - insieme a senso di gonfiore, lieve nausea e disturbi allo stomaco - che accompagnano più frequentemente una cattiva digestione. La cattiva digestione è un evento comune, solitamente dovuto a cause molto semplici di cattiva alimentazione quali il consumo frettoloso delle pietanze, magari in razioni eccessive (indigestione), cibi troppo grassi, abuso di alcool o caffeina, e - ultimo ma non ultimo - lo stress quotidiano.
Le cause della cattiva digestione
La fretta
Quando mangiamo tra mille cose da fare, non mastichiamo bene e ingeriamo bocconi più grandi. In questo modo, non solo non gustiamo appieno i cibi, ma mangiamo di più e stimoliamo un’eccessiva produzione di succhi gastrici, tra cui il succo pancreatico e la bile. Masticare lentamente e ripetutamente, producendo abbondante saliva, quindi, è un elemento fondamentale della buona digestione.
L’indigestione
Un’alimentazione sbagliata e un insieme di disturbi all’apparato digerente possono rendere difficile la digestione e provocare anche varie reazioni, tra cui dolore, gonfiore di stomaco o nausea.
I cibi troppo grassi
Se mangiamo cibi con molti grassi, soprattutto di origine animale, lo stomaco impiega più tempo a digerirli.
L’alcool e la caffeina
Caffè e bevande alcoliche possono stimolare eccessivamente la produzione di succhi gastrici e irritare le pareti dello stomaco. Assunti in maniera eccessiva, quindi, questi elementi rischiano di provocare fastidi e rallentare il processo della digestione.
Lo stress
Quando siamo nervosi, l’ansia influisce negativamente sulla digestione, rendendola più faticosa e provocando dolori e fastidi che non durano solo durante i pasti, ma spesso si protraggono anche dopo. Mantenere un atteggiamento sereno e positivo nei confronti delle situazioni, quindi, ci aiuta anche durante la fase di digestione.
1 . L’EQUILIBRIO
Mangiare meglio, e meno spesso. Ricordate: a partire da una sana prima colazione, il benessere si fonda su un sano equilibrio dei pasti e delle loro componenti, solo così, il gusto del buon cibo si sposa con il piacere di stare a tavola.
2 . CHE COSA
Limitare i cibi troppo grassi, unti o troppo speziati, assieme a bibite eccessivamente gassate. Inoltre, occhio alle temperature, anche i colpi di freddo possono nuocere. Insomma, quando il troppo è... troppo, anche una corretta digestione ne può risentire!
3 . IL TEMPO
Evitare la fretta e lo stress, soprattutto quando si parla di mangiare! Questi, infatti, sono i primi fattori che dobbiamo escludere dalla nostra tavola per garantirci una buona digestione. E se proprio il tempo stringe, meglio concedersi un piatto unico ben calibrato, ma sempre senza mettere il turbo alla forchetta.
4 . LA QUALITÀ
Mantenere il piacere di stare a tavola, unito al giusto peso. Quindi: no alle grandi porzioni, si alle dosi moderate e alla varietà. Anche la quantità di acqua da assumere al giorno va sottoposta ad attenta analisi.
Tempi della digestione
Come è stato illustrato nei paragrafi precedenti, il processo di digestione nel nostro organismo coinvolge una serie di fasi: ognuna di queste richiede tempi variabili. Quantificare il tempo della digestione dipende soprattutto dalla quantità e dalla qualità del cibo che è stato ingerito, ma anche dalla sua forma e consistenza (se è più o meno liquido).
In generale, però, si può fare qualche stima: si consideri, ad esempio, che la sola fase di digestione gastrica (quella, cioè, che concerne la permanenza del bolo nello stomaco) si attesta sulle 3-4 ore. I tempi variano in base alla qualità e alla quantità degli alimenti, perché ad esempio i grassi interferiscono con la secrezione dell’acido cloridrico, ritardandola e provocando una digestione più lenta [1.4].
Fonti e bibliografia
- Enciclopedia Treccani, Digestione
URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/digestione/ - 1, 2, 3, 4 - Humanitas (enciclopedia), Apparato digerente
URL: https://www.humanitas.it/enciclopedia/anatomia/apparato-digerente/ - 1, 2